venerdì 2 febbraio 2007

Fichi secchi di Carmignano

Fra i prodotti tipici della Provincia di Prato, rientrano a pieno titolo i fichi secchi di Carmignano, risultato della lavorazione di questo frutto del Mediterraneo, coltivato fin dai tempi delle civiltà mesopotamiche.

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Fichi secchi di Carmignano
Le origini dei Fichi di Carmignano sono antichissime: le legioni romane lo utilizzavano come cibo di riserva, ma lo stesso Francesco di Marco Datini, noto mercante pratese, li cita nei prodotti del commercio del XIV secolo.

Dopo la seconda guerra mondiale la coltivazione di questo frutto venne quasi dimenticata ed oggi si sta assistendo a un suo recupero con (i produttori della zona sono saliti a 12) e valorizzazione grazie alla costituzione di un presidio presso lo Slow Food di Prato.

Recentemente il Comune di Carmignano ha dato vita a un coordinamento dei produttori che intendono questo prodotto tipico come un bene culturale da salvare.

La Raccolta dei fichi di Carmignano

I fichi di Carmignano, vengono raccolti a inizio autunno, quindi aperti a metà, con coltello, e sottoposti a solfitazione, dopo essere stati posizionati su delle stuoie di piccole canne e quindi coperti con un telo di nylon.

I fichi diventano secchi

Lo zolfo in polvere, sotto il cannicciato, viene bruciato e successivamente i fichi vengono messi ad essiccare all'aperto. L'azione dei vapori dello zolfo serve a ottenere fichi secchi con la buccia bianca (e mantenerli morbidi).

Dopo essere stati asciugati l'uno sopra all'altro per trenta - quarantacinque giorni i fichi vengono sovrapposti a due a due (appiccicati e per questo si chiamano picce) aggiungendo un chicco d'anice in mezzo ad ogni fico per aromatizzarli e poi sistemati su ceste di vimini.

Il fico secco
di Carmignano si può abbinare a tutti i vini della zona di Carmignano ma anche a altri prodotti come le noci e la mortadella di Prato.