1.Etruschi e Longobardi a Prato

Il pagus era infatti un unità amministrativa romana che significava "Villaggio" e Pagus Cornius era situato lungo la Via Cassia che passava proprio nel mezzo della piana, tra Florentia e Pistoriae all'incrocio con la Val di Bisenzio che conduceva alla pianura padana.
Testimonianze di presenza romana sono i toponimi di molte località e l'antico Ponte Petrino dedicato a Marco Petronio generale che aveva sconfitto Catilina nella vicina Campo Tizzoro nei pressi di Pistoia.
Inoltre con il ritrovamento nel 1996 della città etrusca di Gonfienti, un imponente centro urbano del VII – V secolo a.C., si può quindi riscrivere anche la storia di questi luoghi ipotizzando la presenza di una imponente civilizzazione etrusca. Lo stesso Miniati autore dell'unica testimonianza storica della città di Prato alla fine del '500, parla di Prato citando l'antica città etrusca: "bene questa nuova Bisenzia non è città, come la prima antica, non è però , che la non ne fosse degna".
2.Borgo al Cornio e Castello di Prato
Nella seconda metà dell'XI sec. si riunirono a formare la città due nuclei abitativi distinti: il Borgo al Cornio, situato nella zona dell'attuale piazza Duomo, nei pressi del quale doveva già esistere l'antica pieve di Santo Stefano e il castello di Pratum dei Conti Alberti, che sorgeva poco distante e che diede il nome alla città.
Il primo documento nel quale è citato il toponimo Prato (o meglio si parla di un “prato”, termine destinato a divenire toponimo) è una tradizio nuziale secondo la legge longobarda del 1027: vi sono menzionate curtis e casa del conte Ildebrando, poste immediatamente fuori del castellum prati.
I prati erano infatti spesso aree giurisdizionali attribuite ai domini loci, e Ildebrando fu il capostipite del nobile casato degli Alberti signori di Vernio, di Prato e di Capraia.
3.Età Comunale
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Roberto d'Angiò |
Tra la fine del XII e l'inizio del XIII sec. furono costruite in successione due cinte murarie a difesa del comune, diventato intanto importante per il commercio della lana.
Nello stesso periodo però Prato fu al centro di accanite lotte di fazione tra guelfi e ghibellini e subì la scomoda e invadente vicinanza di Firenze che ne determinò anche la vita politica e istituzionale.
E’ in questo periodo, esattamente nel 1313, che è databile l’inizio della protezione assicurata alla città da parte del re di Napoli Roberto d’Angiò: Prato infatti non riesce ad essere governata a causa delle fazioni e i cittadini decidono di affidarla al potere di un esterno.
Tuttavia, già nel 1327, viene concessa a Carlo, figlio di Roberto, la signoria perpetua della città, e ciò porterà con se gravi conseguenze.
Nel XIV sec., a seguito di carestie ed epidemie, Prato si ridimensionò notevolmente come popolazione (nel 1348 la città aveva raggiunto la ragguardevole cifra delle 18.000 unità), e le famiglie più abbienti, sopravvissute alla peste del 1348, ebbero la possibilità di costruire ex - novo i palazzi.
4.Età Medicea
Nel 1351 Prato perde la sua autonomia ed entra a far parte dei domini fiorentini.
Tutto ciò non avviene dopo un evento bellico ma attraverso la concessione dei diritti dinastici da parte degli angioini dietro il pagamento di 17.500 fiorini. E’ questo il periodo di declino, quando l’arte della lana pratese divenne subalterna a quella di Firenze mentre si espandeva l’agricoltura a causa della domanda di prodotti proveniente dalla città vicina.
Francesco Datini |
Un avvenimento drammatico fu il Sacco di Prato del 1512 compiuto dalle truppe spagnole, accorse per restaurare la spodestata signoria medicea, che doveva servire di monito per la città di Firenze. Questa è ancora oggi una delle pagine più tristi della storia della città: la popolazione, che prima dell’arrivo delle truppe spagnole, era di 12.000 abitanti, viene letteralmente dimezzata e non furono risparmiati neppure donne e bambini.
5.Età Lorenese. Prato diventa città e si espande nel tessile
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Prato nel Granducato di Toscana nel 1757 |
Ma fu nel Settecento, con la politica economica del Granducato di Toscana retto dai Lorena, che cominciarono a delinearsi i presupposti della città moderna, con politiche che facilitarono l’espansione dell’attività tessile pratese. Già nel 1660 il Granduca di Toscana scriveva:
"In Toscana solo due città crescono, Livorno e Prato; tutte le altre dimuiscono".
Nel ‘700 furono soppresse le Corporazioni, ormai superate, e viene costituita la Camera di Commercio di Firenze mentre nel 1738 fu emanato un decreto volto a liberalizzare le attività laniere di tutto il granducato, che fino ad allora avevano dovuto sopportare le restrizioni medicee che favorivano l’arte della lana fiorentina.
Nei primi decenni dell'Ottocento incominciò la meccanizzazione dell'industria e, già nella seconda metà del secolo, si sviluppò la tipica attività locale della fabbricazione della lana rigenerata, ricavata dai residuati tessili; questi prodotti conquistarono i mercati mondiali ponendo le basi dello sviluppo successivo che ha permesso alla città di conquistare l'attuale leadership nel settore.
6. Il suo distretto tessile
Nel corso del XX secolo Prato diventa un distretto tessile, una città dove si produce tessuti e quasi tutti si dedicano prevalentemente a questa attività, ne nasce così un sistema di vedere le cose univoco, una comunità fondata sull'esaltazione di ciò che da ricchezza.
A Prato si riciclano gli stracci e dagli stracci si fa tessuto. I tessuti vengono poi venduti alle più grande case di moda italiane e straniere. Il distretto raggiunse le dimensioni di 8000 imprese coordinate fra loro impegnate nella filiera tessile.
A Prato si riciclano gli stracci e dagli stracci si fa tessuto. I tessuti vengono poi venduti alle più grande case di moda italiane e straniere. Il distretto raggiunse le dimensioni di 8000 imprese coordinate fra loro impegnate nella filiera tessile.
La recente e profonda crisi del settore a fronte di una globalizzazione che ha visto i paesi asiatici protagonisti, impone però dubbi e domande sul futuro. Quale sarà realmente la principale attività economica cittadina?
Bibl. Storia Illustrata di Prato di Franco Cardini
Prato e la sua provincia. Touring Club Italia
Storia di Prato, Cassa di Risparmio e Depositi. 1980
Prato Storia di una città. Comune di Prato. Le Monnier. 1991
Bibl. Storia Illustrata di Prato di Franco Cardini
Prato e la sua provincia. Touring Club Italia
Storia di Prato, Cassa di Risparmio e Depositi. 1980
Prato Storia di una città. Comune di Prato. Le Monnier. 1991
La Fiera di Prato Attraverso i Tempi. Ruggero Nuti. (1939 Associazone Turistica Pratese)