venerdì 2 febbraio 2007

Maledetti Toscani - Curzio Malaparte

Maledetti Toscani, edito da Vallecchi nel 1956, non è il più grande libro di Curzio Malaparte ma è sicuramente un opuscolo scherzoso e ironico sul carattere toscano, sulle sue diversità nel parlare, sulle rivalità fra le varie città e soprattutto parla di Prato attraverso gli occhi e i ricordi dello scrittore che in questa città vi nacque nel 1898.

Immagine - Copertina - Libro - Maledetti Toscani


Così, in piazza Duomo c'è l'albergo Stella d'Italia di Palazzo Vestri che a giorni diventerà il Palazzo del turismo:
"Dal fondo della mia camera, nella locanda del Caciotti, la Stella d'Italia, in Piazza Duomo, il mio sguardo è chiuso dal monumento al Mazzoni, triumviro, con Guerrazzi e Montanelli della Repubblica toscana del 1849, e pratese come me. (Siamo in pochi a esser pratesi come siamo noi due)...(E' stato sempre il mio sogno, fin da bambino,quello di passare una notte, almeno una notte nella Stella d'Italia)."
Fino all'immagine dei pratesi in Toscana, che poi non è così tanto cambiata in tutti questi anni:
"E i pratesi, contro la loro fama, sono lisci come i ciottoli del Bisenzio. E fama peggiore non potrebbero avere, almeno a dare ascolto agli empolesi che, insieme con i pistoiesi sono i nemici naturali di Prato. Ma se Pistoia ed Empoli, per tacer di Firenze, parlan male di Prato, giuro che non è colpa del popolo pratese, e non vien dal fatto che sia un popolo peggiore degli altri toscani, poichè è umanamente impossibile, anche per un toscano, esser peggiore di un altro toscano, ma dal fatto che è il più toscano dei toscani, se per toscani s'intende tutti quelli che son meno toscani dei pratesi."
Oltre a tracciare de profili stereotipati degli abitanti delle varie città toscane, Maledetti Toscani è un divertente gioco letterario per parlare dei mali dell'uomo e per rivendicare l'arte di far le cose grandi con senso della piccolezza dell'uomo e della limitatezza umana.